passioni: vasi in cotto
2 dicembre 2010 § 9 commenti
Sono sempre stata attratta dai vasi.
Ho una piccola collezione che cerco di arricchire ogni volta che visito antiquari, mercatini o mostre vivaistiche.
Ricercandone un valore simbolico, il vaso è metafora del femminile, rappresenta il contenitore di vita e l’argilla con il quale è costruito è materia della creazione.
I vasi in cotto più famosi sono quelli toscani in “terra di Impruneta”.
La particolare composizione dell’argilla di Impruneta, unita ad un’accurata cottura a 980 gradi, garantisce ai vasi lunga durata nel tempo ed elevata resistenza agli agenti atmosferici. Il prodotto finito si presenta di colore rosato non uniforme ed al tocco la grana dell’impasto è rugosa e compatta.
Le forme e le decorazioni dei vasi odierni rimangono pressoché uguali a quelle del passato.
questo è di Recuperando
I decori con fiori e ghirlande ornavano l’esterno dei grandi vasi che ospitavano spesso piante di agrumi. Tali decori non erano solo una veste estetica ma servivano anche come punto di presa per gli spostamenti delle piante che dovevano essere riposte in serra nei periodi invernali.
La foggia più moderna ha talvolta sostituito le ghirlande con semplici decori di fasce in rilievo. Più grande è il vaso più sono presenti anelli per una maggiore presa.
Tra i miei vasi ne ho qualcuno che presenta il foro di drenaggio laterale caratteristica tipica degli esemplari più antichi.
Particolari anche alcuni vasetti francesi la cui destinazione d’uso era quella di raccolta della resina dei pini per la fabbricazione della trementina. Provengono da laboratori ceramici del sud-ovest della Francia, limitrofi alla foresta di Landes, la più grande foresta nazionale dove fino al 1990 si praticava il gemmage (estrazione della resina).
Il loro uso è più indicato come cachepot in quanto non presentano foro di drenaggio e il loro interno è smaltato. Sono molto decorativi, i collezionisti conservano le tracce di resina al loro interno.
Approfittiamo dell’inverno per lavare i nostri vasi magari aiutati da una spazzola come questa.
Riponiamoli in attesa di usarli, in ordinate file salvaspazio in semplici cassette della frutta.
adoro la terracotta dei vasi dei fiori e io ho provato pure a farci il pane :-)))
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Anche io adoro i vecchi vasi in terracotta, più sono rovinati e più hanno fascino!
Elena
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@Elena
eh, eh, eh passione condivisa da molti vedo!
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Che belli !! Anche io adoro i vasi in terracotta 🙂
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Sono belli e migliori rispetto a quelli di plastica, trattengono l’umidità per le piantine e in estate possono fare la differenza (almeno qui da me).
Da bambina nella corte di casa ne vedevo di tutti i tipi, difficilmente venivano buttati anche se si rompevano, mio nonno li bucava e li “cuciva” a mano con il fil di ferro. Purtroppo di quella collezione ne è rimasta ben poca cosa, ha dovuto fare i conti con la generazione successiva che non ci ha pensato due volte a disfarsi di tutto. A me rimane il ricordo e la passione ereditata. ^_^
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@Linda
chissà che belli i vasi “cuciti” dal nonno, farebbero la gioia di tanti collezionisti!
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condivido questa passione, i vasi di terracotta hanno il fascino caldo delle cose di una volta…la plastica è fredda e dozzinale, non c’è paragone. Grazie Simonetta per questo approfondimento.
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@Pascale
grazie a te di farmi visita, cosa tanto gradita!
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[…] una grande passione per i vasi ma questo ve l’ho già raccontato, soprattutto se sono in terracotta, vecchi e meglio ancora […]
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