Orti in Parco a Levico Terme
8 Maggio 2018 § 2 commenti
Ogni anno, in corrispondenza della data del 25 aprile nella suggestiva cornice del Parco di Levico Terme, si svolge Orti in Parco, una manifestazione dedicata alle piante da orto e da giardino.
Il Parco fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani che ha organizzato un tour per blogger e giornalisti insieme all’Ente del Turismo della Valsugana, al quale ho recentemente partecipato per far conoscere e diffondere le offerte turistiche di questi luoghi meravigliosi.
Orti in Parco è un evento dedicato agli appassionati di giardinaggio che si rinnova ogni anno con installazioni a tema realizzate da giovani progettisti provenienti dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige che forma tecnici del verde da studenti del Master del giardino e paesaggio di Venezia; si cimentano nella creazione delle installazioni anche delle associazioni locali a scopo benefico.
Quest’anno il tema trattato era dedicato agli elementi della natura “Terra, Aria, Acqua e Fuoco”.
La manifestazione ospita inoltre circa 30 espositori tra produttori locali del settore vivaistico con vendita di piante da orto e da giardino e altre tipologie affini e prevede la partecipazione della condotta locale Slow Food.
La visita all’evento offre l’occasione per passeggiare nel Parco che è dotato di consistente patrimonio arboreo con circa 550 alberi tra cui un grande faggio di 150 anni che rappresenta una grande attrazione insieme ai 70 mila bulbi che si alternano annualmente nelle fioriture con tulipani, allium, galanthus, leucojum, muscari, narcissus, fritillaria e diverse varietà di tulipani. Il Parco è gestito con sistemi naturali senza uso di sostanze chimiche e i tappeti erbosi sono lasciati andare a fiore e ospitano numerose specie erbacee alternate ad altri elementi vegetali che regalano colore nel susseguirsi delle stagioni come le peonie arboree e successivamente le erbacee che si possono ammirare in prossimità di Villa Paradiso, elegante villino con elementi Liberty, adibito a casa del giardiniere e come sede amministrativa e direzionale della società che gestisce sia lo stabilimento termale.
Il Parco copre una superficie di circa 13 ettari ed è stato restaurato e ripristinato con elementi di connessione urbana terminati nel 2007 modificando l’impianto originale che prevedeva un viale alberato che lo tagliava in senso longitudinale e collegava Grand Hotel alla stazione, non erano presenti inoltre arbusti ma solo alberi che lo rendevano molto cupo.
Il luogo è contornato da montagne che sono state teatro della prima guerra mondiale e dal punto di vista geologico rappresentano un fronte di rocce magmatiche e vulcaniche con molta acqua in superficie e terreno a ph acido con presenza di molto ferro che è poi stato sfruttato per le terme.
Per una vacanza completa all’insegna del relax e della cura del proprio corpo, il Grand Hotel Imperial di Levico offre la possibilità di eseguire trattamenti specifici affidati alle attenzioni di un equipe di medici e professionisti, per usufruire dei benefici delle acque termali note da oltre 150 anni il loro potere disinfettante e antinfiammatoria con azione trofica sulle mucose, stimolante sulle cellule epiteliali, miorilassante e stabilizzante il tono dell’umore. Ho molto apprezzato la struttura delle terme che conserva lo charme originale con elementi in stile risalenti ai primi anni del novecento, epoca di edificazione del Gran Hotel.
annotazioni creative #gennaio2016
3 gennaio 2016 § 12 commenti
Ed è GENNAIO!!!
Ho pensato molto a come dare il benvenuto ai mesi del 2016…
adoro le ghirlande e non volevo abbandonarle così ne ho realizzata una in paper cut, accompagnerà il fiore del mese, per gennaio ho scelto la nevina, Iberis semperflorens, le cui foglie sono ritratte nella ghirlanda, oblunghe e ovate. Cosa ne pensate?
- Ho preparato per voi le istruzioni e qui la sagoma pronta da stampare. Se la realizzate mandatemi una foto, sono felice di sapere che a casa vostra c’è un po’ di me!
- Inizia il 2016 con una buona azione, dai vita al tuo albero! Ho ricevuto in regalo a Natale un albero di agrumi, Treedom. net è il primo e-commerce di alberi al mondo.
Basta un click per piantare un Avocado, un Arancio o una Mangrovia. Una volta piantato infatti, tu o chiunque sia il destinatario del tuo regalo, potrete usare l’albero per compensare le vostre emissioni di CO2.
Conoscere il proprio impatto è semplicissimo e divertente, grazie all’innovativo calcolatore presente sul portale.
Info su www.treedom.net
- A gennaio in giardino non sono molte le cose da fare… è tempo di pensare a ordinare bulbi e piante a radice nuda. Ecco alcuni siti molto affidabili dove di solito acquisto online:
- E poi forse acquisterò degli stivali molto particolari, mi sono innamorata di questi Dr Martens.. non sono bellissimi???!!!
DIY: nappe di aghi di pino #natalealverde
16 dicembre 2014 § 32 commenti
Avevo salvato nella memoria
l’immagine di una nappina realizzata con aghi di pino, finalmente ho trovato la varietà giusta per realizzarla.
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I had saved in my memory the image of a tassel realized with pine needles, I finally found the right variety to make it.
Aghi lunghi e accoppiati due a due, forse di Pinus nigra o Pinus pinaster raccolti in una pineta sulle prime alture di Celle Ligure.
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Long needles and paired two by two, perhaps of Pinus nigra or Pinus pinaster collected in a pine forest on the foothills of Celle Ligure.
Occorrente:
– Aghi di pino
– Fil di ferro da fiorista
– Spago
– Colla a caldo
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all that is necessary:
– Pine needles
– florist iron wire
– cord
– hot glue
Separate gli aghi dai rami e con il fil di ferro uniteli a formare un mazzetto. Con lo spago realizzate un cordoncino ritorto della lunghezza di circa 20/25 centimetri (segui qui le istruzioni). Senza tagliarlo dal gomitolo, fissatelo ai capi di fil di ferro, preparate un asola e avvolgete il filo di spago attorno agli aghi di pino fino a ricoprire 1 o 2 centimetri di altezza. Fissate con colla a caldo, tagliate il filo e nascondete l’estremità sotto la corda. Rifinite realizzando un nodo alla base del cordoncino.
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Separate the needles from the branches and fold them together with the wire to form a bundle. With the cord make a twisted cord of about 20-25 cm of length (follow the instructions here). Without cutting the cord from the ball, secure it to the heads of iron wire, prepare a loop of cord and wrap the wire around the pine needles to cover 1 or 2 inches tall. Fix with hot glue, cut the thread and hide the ends under the cord. Finish by making a knot at the base of the cord.
Ho preparato un po’ di nappe per aggiungere una nota green ai miei regali. Uno lo conserverò per appenderlo alla chiave di un armadio oppure al pomolo di un mobile, non so, devo ancora decidere!
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I prepared some green tassels to add a note to my gifts. I’ll keep one for hanging it to the key of a closet or to a cabinet knob, I don’t know yet, I still have to decide!
Questo post partecipa all’iniziativa promossa da Aboutgarden , L’ortodimichelle e GiatoSalò
Natale al VERDE!
In linea con il periodo che stiamo vivendo, la creatività è di scena con le inedite e originali proposte di tanti blogger per un progetto davvero al passo con i tempi!
partecipano con me:
*Art and craft *Cakegardenproject *Comida De Mama* Dana garden design
* Giardinaggioirregolare *Giato Salò *Home Shabby Home *Hortusinconclusus *Il Castello di Zucchero *La malle de maman
*L’ortodiMichelle *Non solo stoffa *Orti in progress
*Ortodeicolori *Passeggiandoingiardino *Piciecastagne *Piccolecose
*4piedi&8.5pollici * Quattro toni di verde* SalviaeRosmarino* Shabbychicinteriors *Shabbysoul *Ultimissime dal forno *Un giardino in diretta *25mqdiverde *Verdeinsiemeweb *
con i fiori di tiglio
5 luglio 2013 § 15 commenti
Ogni anno attendo
il tempo della fioritura del tiglio, magnifico ed imponete, svetta alto nel mio bosco-giardino, Tilia cordata, nelle sere d’estate si fa notare per i dolci effluvi emanati dai suoi fiori, visitati da una miriade di api che danzano felici assieme ad altri insetti.
E’ questo il momento giusto per raccogliere le infiorescenze, in corrispondenza dell’ascella fogliare, si staccano i sottili rametti provvisti di una brattea. Il nome Tiglio, deriva dal greco ‘ptilon’, che vuol dire ala, in riferimento alla brattea (foglia modificata che accompagna le infiorescenze) a cui sono attaccati i frutti pendenti mediante la quale si diffondono al vento.
Per comodità preparo piccoli mazzetti legati con un pezzo di spago naturale che servirà per appenderli ad un gancio. Dovranno essiccare in luogo fresco e poco luminoso ed essere conservati in vasi di vetro al riparo della luce fino al loro utilizzo.
Hanno proprietà sedative e sono utili per preparare tisane rilassanti, per una tazza bastano due cucchiai di pianta sbriciolata per ricordare in inverno il profumo dell’estate!
natural green ball
26 ottobre 2012 § 29 commenti
E’ un frutto non commestibile ma decorativo che ogni anno in questo periodo raccolgo per le composizioni di casa. Negli anni ho individuato due o tre luoghi che ospitano alcuni esemplari di questa specie vegetale appartenente alla famiglia delle moraceae. Maclura pomiferà è originaria degli Stati Uniti centro–occidentali, largamente diffusa sul territorio grazie a un progetto avviato nel 1934 durante l’amministrazione Roosevelt atto a prevenire l’erosione del suolo delle Grandi Pianure, fu introdotta in Europa alla fine del XIX secolo come alimentazione del baco da seta (con scarso successo), per sostituire il gelso bianco decimato da una particolare infezione radicale.
Non solo bello, ma anche profumato con un lieve sentore di agrume, il frutto di Maclura pomifera, per questa sua peculiarità è anche chiamato “Osage orange”, arancio degli Osage dal nome della tribù indiana che risiedeva nella zona di crescita di questa pianta e ne utilizzava il legno per la costruzione di archi.
Gli esemplari da cui raccolgo i frutti sono ormai grandi alberi, nella zona di provenienza la specie è storicamente utilizzata per formare siepi da recinzione in quanto possiede rami con robuste spine che aiutano a trattenere il bestiame.
piccola curiosità..
la corteccia della radice produce una tintura naturale con tonalità kaki, dal marrone al verde oliva, ampiamente utilizzata durante la prima guerra mondiale per colorare le uniformi militari.
brevi note colturali:
famiglia delle Moraceae
albero di media grandezza a foglie caduche che può raggiungere i 10m di altezza;
la chioma è molto ramificata, disordinata e presenta rami sono rigidi con spine all’ascella fogliare. Le foglie sono alterne, semplici, di colore verde scuro, lucide sulla pagina superiore.
In estate produce grandi infruttescenze rotonde, simili ad un’arancia, di colore verde, coriacee, rugose e delicatamente profumate di agrume, pronte a maturazione a fine ottobre. Le foglie, prima di cadere, assumono una colorazione giallo-oro.
Di facile adattabilità, non necessita di un terreno particolarmente fertile e anche se ama le posizioni assolate ben si sviluppa anche in altre situazioni.
Non teme il freddo e può sopportare anche temperature vicine ai -20°C.
La pianta si riproduce da seme seguendo anche un particolare procedimento suggerito qui.
romantico Lillà
27 aprile 2012 § 24 commenti
Ogni anno aspetto con impazienza la sua fioritura,
generoso mi ripaga dell’attesa ma troppo breve è il suo incanto.
Arbusto di grande fascino e delicatezza, Syringa vulgaris meriterebbe di essere più spesso adoperato in giardino riservandogli un posto non lontano da casa per apprezzare a primavera, il profumo e la grazia della sua fioritura.
E’ una di quelle piante che fanno parte dei giardini della memoria, evocano il passato e sono sinonimo di romanticismo perfetto per il giardino Shabby Chic!.
Brevi note colturali:
Syringa vulgaris
Di facile coltivazione, il Lillà tollera la mezz’ombra e ben si adatta all’esposizione soleggiata purchè gli si fornisca in estate un apporto idrico supplementare. Ama i terreni argillosi profondi e pesanti.
Per assicurare ogni anno abbondanti fioriture è necessario provvedere alla rimozione delle infiorescenze appena appassite.
Bello come esemplare isolato, è altrettanto apprezzato per formare siepi mescolato ad altri arbusti profumati formerà presto una bellissima macchia grazie alla sua forte capacità pollonante.
Proprio i polloni forniranno nuova vegetazione per la moltiplicazione che può avvenire anche per talea semilegnosa con tallone, da prelevarsi in estate. Si pianta poi in un miscuglio di torba e sabbia e si interra l’anno successivo.
Si sta come d’autunno…?
25 agosto 2011 § 3 commenti
Non ricordo di aver mai visto così tante foglie cadute
dagli alberi in questa stagione.
Sembrerebbe già arrivato l’autunno.

primi timidi segnali…Crocus vernus
Mi guardo attorno e non riconosco il mio bosco.
Sulle piante di castagno noto i segni nefasti del passaggio del parassita di origine asiatica“Cinipide Galligeno Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu” che provoca la formazione di ingrossamenti tondeggianti di colore verde e rossastro su foglie e sui germogli e compromette lo sviluppo vegetativo e la fruttificazione delle piante con conseguente precoce distaccamento dell’apparato fogliare e dei giovani ricci.
Un ulteriore colpo di grazia è dato dalla persistente ondata di calura di questi giorni portata dall’anticiclone nord-africano che ha provocato la prematura caduta delle foglie di tanti altri alberi ed il dissecamento di alcune tenere plantule nate dai semi propagati naturalmente, o da me manualmente, nelle più clementi giornate di luglio.
Un triste tappeto di foglie secche giace ora sul prato in attesa di essere rastrellato e compostato. Ad agosto!!!
Strano tempo davvero, normalmente gli alberi si spogliano a settembre inoltrato.
Tra le email ricevo notizia, dall’utilissimo servizio del CSF (Centro Regionale Servizi per la Floricoltura), del decreto emesso in questi giorni dal Responsabile del Centro Operativo Regionale per lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi per le province di Genova, La Spezia e Savona.
Invito tutti a leggere la locandina (clicca sull’immagine per ingrandire) per prendere visione di alcune importanti norme per la tutela del nostro verde in caso di pericolo di incendio.
Sono 10 semplici regole che servono per non mandare in fumo il nostro importante patrimonio boschivo che ricopre circa il 70% del nostro territorio, e che svolge una essenziale funzione ambientale contribuendo a mantenere saldi i versanti evitando frane e smottamenti.
In caso di incendio boschivo occorre collaborare tempestivamente chiamando i numeri dei Corpi statali 1515 del CFS o 115 dei VVF
partecipo al concorso blog mariclaire:
grazie se con un clic (su JE VOTE ) al giorno vorrete votare aboutgarden!
profumo d’estate
30 giugno 2011 § 9 commenti
c’è un momento in giugno
in cui avverto l’imminente arrivo dell’estate. C’è un profumo in giugno che me ne da la certezza. Quel momento ha il profumo dei fiori del tiglio.
L’imponente albero di tiglio vicino casa si riempie di innumerevoli fiori ed accoglie i laboriosi insetti che felici ronzano inebriandosi del suo nettare. Raccolgo il tiglio per farne mazzetti che essiccati serviranno a donarmi sonni tranquilli con una rilassante tisana.Nella tradizione erboristica il Tiglio viene impiegato soprattutto per le sue proprietà sedative, antispasmodiche, ipotensive, emollienti e lenitive.
E’ considerato un albero magico e può vivere fino a mille anni. E’ benefico e protettore. I suoi fiori sono ricercati per i rituali d’amore e per propiziare il sonno e i sogni
la natura insegna
13 gennaio 2011 § 2 commenti
La vigilia dello scorso Natale
è apparso sul quotidiano genovese IL SECOLO XIX, un interessante articolo su un metodo di coltivazione applicato da un intraprendente contadino del Burkina Faso che partendo dal 1984 (anno dell’ultima grande carestia nella regione del Sahel) ha trasformato migliaia di ettari semi-desertici in terre molto produttive.
La storia di Yacouba Sawadogo, come scrive nel suo articolo Paolo Crocchi, riprende metodi culturali utilizzati da secoli dai contadini locali, lo zaï, che consiste nello scavare «poquet», ossia buche nel terreno poco profonde dove concentrare le rare piogge, nelle quali il contadino, ha lasciato cadere semi e aggiunto letame. Dai semi nel tempo sono nati e poi cresciuti degli alberi. Yacouba li ha amorevolmente curati ed ha lasciato che i loro rami, le loro foglie e la natura facessero il resto. Il terreno si è poco a poco rigenerato recuperando ogni anno sempre più zone desertiche.
Paolo Crocchi porta a paragone un metodo di coltivazione sperimentato dagli anni ’70 dal prof. Gilles Lemieux dell’Université Laval, Quebec (Canada) il BRF, che in Liguria si sta fortemente concretizzando ed ha creato in poco tempo nuove sinergie tra gruppi di agricoltori o semplici coltivatori amatoriali. Con il BRF ( Bois Rameaux Fragmente) o frammentazione delle ramaglie, si accelera il processo naturale degli ecosistemi forestali riportando la fertilità del suolo.
Credits: images Burkina Faso C.Reij
In Liguria Philippe Lemoussu come in Africa Yacouba Sawadogo prima, ed in seguito altri contadini che hanno seguito il suo percorso, stanno promuovendo l’utilizzazione delle antiche tecniche agricole organizzando cantieri di lavoro ai quali tutti possono assistere e partecipare imparando sul campo i notevoli benefici ottenuti con una così semplice e poco costosa innovazione. Il passa parola e i successi di tanti agricoltori sono stimolo di diffusione del metodo.
Il gruppo AVEBRF Liguria in collaborazione con il Consorzio della Quarantina, hanno fatto richiesta per una cippatrice, attrezzo agricolo indispensabile per ottenere fresche ramaglie, prontamente offerta da un ente svizzero. Lo strumento sta ora a tappe attraversando la regione richiamando attorno un sempre più folto numero di agricoltori.
Philippe Lomoussu sarà presente domenica 16 gennaio 2011 a Torriglia (Ge) per il “Mandillo dei semi” annuale ed atteso appuntamento dei soci del Consorzio della Quarantina.
Se volete approfondire l’argomento è uscito in novembre per la prima volta in Italia un libro sul BRF di Sylvain Coquet “Coltivare col cippato. Una novità agronomica ed ecologica” – ed. Libreria Editrice Fiorentina
abete di Natale
16 dicembre 2010 § 1 Commento
La tradizione dell’albero di Natale risale al XVI secolo
e fu importata dalla Germania. Nel tempo si è largamente diffusa, prevedeva che l’albero inizialmente scelto tra una varietà da frutto e poi sostituito con l’abete, venisse preparato la vigilia di Natale. La tendenza consumistica degli ultimi anni ha spinto ad anticipare i tempi e l’albero riccamente addobbato è presente nelle nostre case già dall’inizio di dicembre .
Tralasciando l’eterna diatriba meglio “artificiale o naturale”, la scelta per questo post ricade sul naturale e spero servirà come piccola guida verso l’acquisto del vostro albero di Natale.
Principalmente sono presenti sul nostro mercato natalizio due varietà: ABIES (abeti) e PICEA (pecci). Convenzionalmente vengono tutti raggruppati sotto il nome Abete. Si distinguono dai pini e dai larici per l’attacco degli aghi. Nei pecci (Picea) e negli abeti (Abies) gli aghi sono disposti attorno al ramo e sono singoli in pini e larici, sono disposti a gruppetti.
tra gli abeti troviamo:
1. Abete bianco (Abies alba miller. o Abies pectinata), detto anche abete comune è una pianta spontanea dei boschi del nostro territorio . Gli esemplari più giovani vengono utilizzati come alberi di Natale in quanto i suoi aghi sono aromatici e resistono a lungo sui rami della pianta.
2. Abies nordmanniana (Abete del Caucaso) pianta di grande qualità ha la pagina superiore degli aghi verde e quella inferiore argento. Ha una durata più lunga rispetto all’abete bianco e perde ancor meno gli aghi ma il suo prezzo è più elevato.
Tra il genere Picea, che si distingue per il portamento conico, più comunemente troviamo:
3. Picea abies meglio conosciuto come abete rosso; presenta chioma conica regolare. Aghi corti e pungenti. Resinoso. La sua veloce crescita, riesce ad abbattere il costo di produzione. E’ il più tradizionale e più economico “albero di Natale” ma tende a spogliarsi presto dei suoi aghi.
4. Picea kosteriana (Picea pungens koster) sin. abete blu o ancora abete del Colorado è una conifera che necessita di irrigazioni frequenti. Assume una colorazione blu, verde. È considerato l’abete più pregiato. Normalmente sono venduti per Natale anche i rami, adatti ad essere recisi e molto decorativi. Un esemplare alto 180 cm costa circa 200.00 €.
5. Picea pungens glauca, sin. abete azzurro o argentato. Pianta con fogliame molto persistente robusto e aghi acuminati, dal tipico colore verde azzurro più corti e spessi rispetto alla sua stretta parente Picea pungens koster.
6. Picea conica e un albero adatto per chi ha poco spazio. Molto decorativo e compatto a crescita molto lenta 5cm ca. all’anno
Per il suo ridotto ingombro la mia scelta è caduta su Picea conica, ho scelto un alberello alto circa 80cm cresciuto in vaso, questo fa si che la sua percentuale di sopravvivenza oltre le festività sia alta. Il mio Picea conica l’ho acquistato per 23.00 € presso un vivaio della zona.
Ho avuto cura di collocarlo in un punto molto luminoso, lontano da fonti di calore. Il suo vaso è già abbastanza grande ma appena smessa la sua funzione natalizia lo travaserò usando terreno per acidofile e ponendo sul fondo del vaso uno strato drenante. Lo bagno stando attenta a non fare asciugare il suo pane di terra. In primavera una manciata di stallatico contribuirà a dare il giusto apporto nutritivo.