Eucalipto essiccato
7 febbraio 2019 § Lascia un commento
Se siete tanto da bravi
da coltivare con successo l’eucalipto in vaso, questo post non fa per voi, altrimenti ecco cosa potete fare delle sue profumate fronde una volta essiccate.
Se amate l’eucalipto e ogni tanto vi regalate un mazzo delle sue bellissime foglie, non gettatele quando sono essiccate perché potrete utilizzarle per farne pot-pourri oppure basterà appendere il mazzolino a testa in giù al rubinetto della vasca da bagno per beneficiare dei principi attivi contenuti nelle sue foglie. È infatti una pianta dal potere antibatterico con azione balsamica, di grande aiuto nel trattamento dei malanni invernali, antisettico e antinfiammatorio, è utile per le infezioni delle vie respiratorie.
Aprite l’acqua calda facendola scorrere sopra al mazzolino di foglie e respirate profondamente per favorire l’assorbimento delle essenze.
Fiori sulle torte, delizie e pericoli
21 marzo 2018 § 7 commenti


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filosofia vegetale: esercizio ascolto di sè.
6 marzo 2018 § 2 commenti
Dopo il successo del primo post di Paolo Astrua centrato sulla relazione tra le piante e l’uomo, ecco il seguito con un esercizio pratico per “allenare” un ascolto di sé un po’ arrugginito.
Ascolto di sé: come il contatto con le piante può aiutarci ad allenarlo
Per riuscire a connetterci con noi stessi e ascoltare le nostre necessità può essere utile iniziare ad ascoltare quello che c’è intorno a noi. Certo, non mi riferisco al rumore del traffico o dei cantieri urbani, ma ai suoni prodotti dall’ambiente naturale. Alcuni di noi potrebbero trovarsi atterriti di fronte al silenzio: ascoltarsi può far paura, soprattutto se non ci siamo abituati, e la tentazione di rituffarsi subito nella routine fatta dei suoni del mondo umano sarà forte. Ma a qualcun altro, invece, accadrà di provare quell’impagabile sensazione di essere a proprio agio, finalmente, solo con se stesso.
- Prendete un foglio e scrivete il nome di (almeno) tre luoghi naturali in cui siete stati e nei quali vi siete sentiti a vostro agio. Valgono anche i parchi cittadini ma sarebbe meglio se si trattasse di luoghi non disturbati dal rumore del traffico e dalla pressione della presenza umana.
Pensate a quei luoghi e scrivete per ognuno tre emozioni o sensazioni che essi vi ispirano. Chiedetevi come vi siete sentiti l’ultima volta che ci siete stati. Avete dei ricordi felici legati a quei paesaggi?
- Basandovi sulle emozioni emerse nel primo esercizio, scegliete, tra i luoghi che avete indicato, quello che per voi risulta più significativo in questo momento e preparatevi per organizzate la vostra escursione in solitaria! Munitevi di mappe dettagliate, procuratevi l’abbigliamento adatto (abiti comodi e scarponcini da trekking). Infine, scegliete una giornata da dedicarvi e segnate in agenda quest’appuntamento tra voi stessi e il vostro “luogo dell’ascolto”.
- Una volta giunti nel posto che avete scelto, stabilite voi le regole: non dovete per forza camminare, potreste anche decidere di sedervi su una panchina o su una roccia. Usate tutti i vostri sensi per conoscere l’ambiente che vi circonda. Guardate le chiome degli alberi su di voi: quanto sembrano alte? Osservate la composizione del terreno su cui appoggiate i piedi: ci sono molte foglie che lo ricoprono? Siete circondati di arbusti? Quante fioriture colpiscono il vostro sguardo? Quali suoni state udendo? Quello che sentite in lontananza è lo scrosciare dell’acqua di un torrente?
- Ora concentratevi su come vi sentite, sull’effetto che gli elementi naturali hanno su di voi. Vi dà piacere il suono delle foglie calpestate? E il vento tra i rami? E il cinguettio degli uccelli? Strofinando tra le dita la foglia di un castagno potete sentire il delicato profumo che emana: cosa vi fa venire in mente?
- Una volta tornati a casa, ripensando alla giornata appena trascorsa, annotate su un quaderno cinque aspetti della vostra escursione che vi hanno fatto stare particolarmente bene. In questo modo, nelle giornate in cui vi sentite particolarmente oppressi dal ritmo frenetico della quotidianità, potrete rileggere i vostri appunti e rivivere con la memoria quei momenti tutti vostri.
Se non si ha a disposizione un’intera giornata, magari possiamo riservarci un pomeriggio o – perché no? – pensare a un appuntamento settimanale di un’ora, purché si riesca a “ritagliare” del tempo da dedicare a se stessi. Ricordatevi, inoltre, che tutte le informazioni che raccogliete nella vostra visita in un ambiente naturale vanno a toccare un’intelligenza primordiale che non è in alcun modo stata soppiantata dalla vita moderna. Il semplice gesto di mettersi all’ascolto della natura e delle piante è già, di per sé, ascolto di noi stessi perché, stimolando i nostri sensi, ci poniamo in relazione stretta con il nostro ambiente originario.
Paolo Astrua progetta giardini e terrazzi, sta preparando delle attività laboratoriali che partiranno da aprile sul tema della relazione pianta-uomo nel frattempo sta studiando presso l’Accademia della Felicità di Milano per abilitarmi come coach e crescere ulteriormente come persona e come professionista. Condivide le sue passioni nel suo blog Filosofia Vegetale.