Liriope muscari, fiori all’ombra
14 settembre 2016 § Lascia un commento
Non sono molte le piante
in grado di crescere all’ombra di un albero capaci di tappezzare un terreno dove generalmente stenta qualsiasi forma vegetale. Liriope muscari vi piacerà per la forma tondeggiante che assumono le lunghe foglie nastriformi ma soprattutto per la bella fioritura offerta da agosto e fino a ottobre, di piccoli fiori campanulati disposti molto fitti e portati su fusti alti circa 25 centimetri che si ergono al centro della pianta. La forma, la disposizione e il colore violetto, bianco o blu dei fiori sono simili a quelle dei muscari tanto che la somiglianza dà origine al suo epiteto specifico.
Liriope muscari appartiene alla famiglia delle Convallariaceae, è una pianta perenne sempreverde che in Cina, Giappone e Corea prospera nei sottoboschi ombrosi fino ai 1.500 metri. Nel vostro giardino potrà essere collocata in una bordura in primo piano anche esposta al sole del mattino ma in mezz’ombra regala il meglio mantenendo i colori del fogliame e dei fiori più intensi. Non ha particolari esigenze di terreno, il suo organo sotterraneo è un rizoma che riesce a competere bene anche con le radici di arbusti o alberi grandi e grossi, predilige tuttavia un terreno sciolto e ben drenato eventualmente addizionato con sabbia e comunque arricchito di materia organica. Anche per quanto riguarda l’irrigazione, L.muscari si accontenta dell’acqua piovana e solo in caso di siccità prolungata dovrete provvedere ad un irrigazione supplementare.
Per moltiplicare la pianta dividetene i rizomi a primavera, quando è a riposo vegetativo e provvedete a ripiantarli subito dopo.
da Vivere Country settembre 2015
Il mio bosco.giardino ospita qualche pianta di liriope sotto ai grandi carpini, ogni autunno mi delizia con i suoi fiori e durante tutto l’anno le sue foglie sempreverdi coprono una bella porzione di terreno altrimenti spoglio!
Vinca… la migliore!
16 marzo 2016 § 8 commenti
Mai farsi abbindolare dal colore di un fiore!!!
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Never get duped by the color of a flower!!!
Tanto è bello il colore della pervinca, che ha dato il nome a una tonalità a metà strada tra il violetto e l’azzurro, una delle preferite anche di Luisa Beccaria (mi piacciono tanto gli abiti che realizza!!!), ricordo un servizio sulla sua casa milanese dove non mancavano tocchi pervinca. Senza divagare troppo, volevo raccontarvi la mia brutta esperienza con questa pianta che sembra tanto carina e innocua ed è invece una subdola usurpatrice!
Anni fa, un’amica mi aveva proposto un pezzetto della suddetta pianticella e tutta felice ed incurante della sua evoluzione avevo ben pensato di piantarla alla base della mia adorata rosa da sciroppo per coprire il piede spoglio del fusto. Posizione ideale quella sotto cespugli e alberi, al riparo dal sole, così mi avevano detto. Ottima idea davvero!!!
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So beautiful the color of periwinkle flower, which gave its name to a shade halfway between violet and blue, it’s also one of the favorite of Luisa Beccaria (I like the clothes she realizes very much!!!), I remember a magazine report on her home in Milan where periwinkle touches were present. Without digressing too much, I wanted to tell you about my bad experience with this plant which seems so cute and harmless and is instead a subtle usurper!
Years ago, a friend of mine offered me a piece of that little plant, and all happy and unaware about its evolution I had thought to plant it at the base of my very beloved syrup rose to cover the bare foot of the stem. Ideal location under bushes and trees, sheltered from the sun, as I had been told. Good idea indeed!!!
Peccato che non mi sono documentata ed ho piantato Vinca major senza conoscere la sua natura tanto invadente, ogni primavera getta lunghi fusti striscianti che toccando il suolo radicano facilmente e in poco tempo ricoprono tutto ciò che trovano sul loro cammino, si infilano sotto terra e spuntano a distanza anche di un metro. Perfetta per ricoprire scarpate poste a mezz’ombra (in pieno sole secca) ma davvero nefasta per qualsiasi posto in giardino dove siano presenti altre piante.
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Too bad I had not gathered information and I planted Vinca major without knowing its so intrusive nature, each spring it casts long creeping stems that touching the ground easily root and quickly cover everything on their path, they are caught in the ground and sprout even one meter away. Perfect for covering escarpments placed in partial shade (in full sun it dries) but really disastrous for any place in the garden where other plants are present.
Quindi appena posso dedico un po’ di tempo ad estirparla e in questi giorni che la terra è umida viene via dalla terra che è un piacere, la getto nella carriola posta al sole e aspetto che secchi per bene prima di triturarla, non si sa mai!!!
Nessun inconveniente invece con la sua parente stretta Vinca minor, meno minacciosa e altrettanto bella si mantiene compatta e ha dato vita a tanti ibridi con fiori dai colori più o meno tendenti all’azzurro, al lilla o con foglie variegate bianche oppure oro.
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So as soon as I can I devote a bit of time to eradicate it and in these days that the soil is damp it comes away from the soil that is a pleasure, I throw it into the wheelbarrow and wait for the sun to dry it thoroughly before grinding it, you never know!!!
No inconveniences instead with its close relative Vinca minor, less threatening and equally beautiful it remains compact and has created many hybrids with flowers in the colors more or less prone to blue, lilac or with white or gold variegated leaves.
Vinca minor ‘Bowles Variety’ -credits web
Vinca minor ‘La Grave’ -credits web
Vinca minor ‘Illumination’ -credits web
In conclusione se vi piace la pervinca, mi raccomando fate attenzione a piantare in giardino Vinca minor!
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In conclusion if you like the periwinkle, I recommend to make sure to plant in your garden Vinca minor!
Le virtù del nasturzio
27 giugno 2014 § 11 commenti
“Basterebbe l’esplosione di colori dei fiori
declinati nelle calde tonalità dell’estate, giallo, arancione o rosso, perpetua e abbondante da marzo fino a ottobre, per amare una pianta che mette allegria in ogni giardino o terrazzo, quando poi si aggiunge che è anche commestibile e di facilissima coltivazione, il suo successo è assicurato.
Tropaeolum majus, conosciuto anche con il nome di nasturzio o di cappuccina, a ricordo del copricapo delle tonache monastiche, fu importato in Europa dal Perù dai conquistadores olandesi, coltivato nei giardini dei monasteri, fu apprezzato dapprima come pianta aromatica e officinale e poi ornamentale. In Francia, Luigi XIV lo introdusse nella dieta della tavola nazionale, chiamato “Cresson du Pérou” (crescione del Perù) per la vaga somiglianza all’aroma del crescione, se ne consumano fiori, foglie semi e boccioli. Molto ricco di vitamina C è anche noto per essere antimicotico, antibiotico, antimicrobico e le sue foglie sono utilizzate per disinfettare le ferite.
Offre il meglio se collocato in vasi sospesi, anche appoggiati ad un tavolino o al balcone, dai quali esuberante tracima per ricadere in tutta la sua bellezza, richiede luoghi assolati e non gradisce essere strapazzato dai venti, perché il gambo principale è morbido e sottoposto a facili rotture. Dovesse rompersi potete sempre fare una talea. Inserite la parte inferiore del ramo, per almeno 8 centimetri, direttamente a dimora nel terreno e assicurando la giusta umidità dopo circa una settimana appariranno le prime radici.
Coltivare il tropeolo è semplicissimo. Basta piantarne i semi, dopo averli immersi in un bicchiere d’acqua per tutta la notte per ammorbidirli e favorire così la germinazione, alla profondità 1,5-2 centimetri in primavera, quando la temperatura minima è di almeno 16 ° C. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno e in poco tempo la pianta sviluppa cascate di rami che regalano copiose fioriture. Non abbiate paura a prelevare fiori e foglie per le vostre misticanze o le decorazioni floreali, in quanto il ricambio è generoso e costante.
A partire dal mese di giugno/luglio inizieranno a cadere i semi giunti a maturazione, raccogliete quelli prodotti dai fiori più belli, lasciateli seccare in un contenitore aperto posto in luogo fresco e al riparo dalla luce. Potranno tornare utili il prossimo anno!”
Da un mio articolo pubblicato su Vivere Country agosto 2013
Vivere Country di luglio è già in edicola!
giardino vivaio Botanica Santa Marizza
28 marzo 2014 § 16 commenti
Da tanto tempo
desideravo visitare un giardino che già sapevo speciale, di quelli che ti entrano nell’anima, quelli dai quali non vorresti più andare via.
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For a long time I have been wanting to visit a garden I already knew as special, one of those who enters your soul, one of those from which you’d never want to leave.
Ho fantasticato su Botanica Santa Marizza da quando ne avevo visto le fotografie pubblicate sul magazine francese Côté Sud in un articolo risalente ad almeno quindici anni fa, avevo letto del vivaio specializzato in piante da ombra di Ruggero Bosco e di sua moglie Yoshiko e del recupero del casale seicentesco di famiglia con annesso terreno divenuto palestra di esercizi botanici e di stile. Perchè di stile in quel luogo ce n’è tanto, un connubio ben riuscito di cultura europea e giapponese che si fondono con grazia ed armonia.
All’epoca dell’articolo il vivaio partecipava alle più importanti mostre vivaistiche con una collezione botanica che rappresentava una novità, edere, hoste, ellebori, felci e altre piante da ombra e da giardini antichi, la stessa collezione ora si può ammirare solo a Varmo, nella bassa campagna friulana non lontano da Udine.
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I fantasized about Botanica Santa Marizza since when I saw the pictures posted on the french magazine Côté Sud in an article dating back to at least fifteen years ago, I had read about the nursery specialized in plants for the shade by Ruggero Bosco and his wife Yoshiko and about the recovery of a seventeenth-century family house with adjoining land that became botanical and style lab. Because style in that place abounds, a successful mixture of European and Japanese culture that blend with grace and harmony.
At the time of the article the nursery was participating in the most important gardening exhibitions with a botanical collection that represented a novelty, ivies, hostes, hellebores, ferns and other shade and ancient gardens plants, the same collection now can only be seen in Varmo in the low Friulian countryside not far from Udine.
Nell’autunno dello scorso anno ho varcato la soglia del cancello di Botanica Santa Marizza e con la guida di Yoshiko ho attraversato i diversi ambienti di sperimentazione del vivaio. Sfere di bosso perfettamente plasmate segnano l’ingresso, poste a contorno di un gazebo in ferro completato da tavolo e sedute spaiate, sono pronte in vasi di varie misure per soddisfare ogni cliente. Si passa poi alla zona orto che si divide un rettangolo di terra con le graminacee, in mezzo un invitante salottino con tavolo in pietra e la naturale tovaglia di muschio ospitava in quella stagione i frutti del soprastante cotogno le cui fronde nell’estate regalano frescura al delizioso angolino.
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Last autumn I crossed the threshold of the gate of Botanica Santa Marizza and with the guidance of Yoshiko I went through the various experimentation rooms of the nursery. Perfectly shaped spheres of boxwood mark the entrance, placed to outline an iron gazebo completed with table and odd chairs, are ready in pots of various sizes to suit every customer. We then moved on to the vegetable garden area that shares a rectangle of land with some grasses, amid an inviting sitting area with a stone table and whose natural musk tablecloth was hosting, in that season, the fruits of the above quince tree whose branches give coolness to the delightful corner all summer long.
Seguono boschetto con ingresso ad arco formato dall’intreccio dei rami dei carpini e altre aree con piccoli stagni segnate sul percorso dalle tardive fioriture di alcuni geranium e rose, altra specialità del vivaio.
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The visit followed with a grove with arched entry formed by interweaving of the branches of an hornbeam and other areas with small ponds marked on the route by late blooms of some geranium and roses, another specialty of the nursery.
Avvicinandosi alla casa padronale un ampio spazio è dedicato all’arte topiaria, sempre i bossi declinati in varietà (balearica, chinensis, pumila,rotundifolia, ‘Elegantissima’, ‘Rosmarinifolia’) si prestano ai giochi di forme. Poco prima del cancello che divide lo spazio più intimo dal vivaio, una ricca collezione di vasi antichi fa mostra di sé sull’étagère versione extra large.
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Approaching the main house there is a large space is dedicated to the art of topiary, again boxwood declined in varieties (balearica, chinensis, pumila, rotundifolia, ‘ Elegantissima ‘, ‘ Rosmarinifolia ‘) lend themselves to games of forms. Just before the gate that divides the more intimate space from the nursery, a rich collection of ancient vases shows itself on an extra large version of étagère.
Oltre al piccolo cancello in ferro, un sentiero di lastre in pietra, regolari ma differenti per misura, segna il percorso fino a casa e separa un denso prato formato da basse piante da ombra accostate con gusto sicuro e raffinato, frutto di un progetto che vede l’influsso jap più accentuato.
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Beyond the small iron gate, a path of stone slabs, regular but different in size, marks the way up to the house and separates a dense lawn formed by shade short plants placed side by side with definite and refined taste, result of a project that sees the more pronounced jap influence.
A Botanica Santa Marizza si respira arte, storia e bellezza, ecclettico luogo che riflette la personalità dei suoi creatori, Ruggero Bosco si occupa di restauro e recupero di giardini storici e allestimenti floreali per grandi eventi aiutato dalla moglie.
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At Botanica Santa Marizza we breathe art, history and beauty, eclectic place that reflects the personality of its creators, Ruggero Bosco deals with restoration and recovery of historic gardens and floral arrangements for major events helped by his wife.
Non basta certo un articolo per raccontare tutta la magica atmosfera del giardino, la visita, se passate da quelle parti, è più che consigliata!
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Certainly an article is not enough for telling about all the magical atmosphere of the garden, the visit, if you pass by, is more than recommended!
Vivaio-Giardino Botanica Santa Marizza
aperto solo su prenotazione
Via Angilar, Santa Marizza, Varmo (UD)
tel. 0432 778487 cell. 3385093123
ruggerobosco1@virgilio.it
pianta facile Erigeron karvinskianus
20 settembre 2013 § 26 commenti
Tutto ad un tratto inizi a notarla
Magari fino a poco tempo prima ignoravi la sua esistenza, è talmente banale che non ti accorgi di lei, poi ti guardi attorno e noti la sua presenza quasi ovunque. Erigeron karvinkianus, è una pianta così comune che è considerata invasiva, sembra integrarsi perfettamente in ogni tipo di paesaggio, giardino o terrazzo ed è facile che decida lei dove nascere e vegetare in quanto dissemina abbondantemente.
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All of a sudden you start to notice it, Maybe until a short time before you were ignoring its existence, it’s so trivial that you do not realize it’s there, then you look around and may observe its presence almost everywhere. Erigeron karvinkianus is such a common plant to be considered invasive, it seems to perfectly fit in every kind of landscape, garden or terrace, and it’s easy it decides by itself where to grow and vegetate since it disseminates abundantly.
Forse sarà per i suoi graziosi capolini a forma di margheritina che una volta impollinati dal bianco virano al rosa, particolare che amo ricordare perché me lo aveva svelato Libereso Guglielmi, lui la chiama ancora con il suo vecchio nome comune vittadina (Vittadina triloba), sarà forse per la leggerezza del suo portamento, comunque sia, porta con se allegria ed è preziosa per ravvivare e ammorbidire angoli o zone tristi.
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Maybe because of its pretty daisy shaped flower heads that once pollinated change color from white to pink, detail I love to remember ‘cause Libereso Guglielmi revealed it to me, he still calls it with the old common name vittadina (Vittadina triloba), may because of the lightness of its bearing, in any case it brings joy along and it’s precious to revive and soften corners or sad areas.
Ve la segnalo affinché, se già non la conoscete, possiate anche voi notarla tra le crepe di un muro o ai bordi di una scalinata, per iniziare ad amarla e a desiderarla, sarà compagna generosa e fedele anche del giardiniere più pigro!
Mi piace raccontare di Erigeron karvinskianus perchè è una delle piante che preferisco, avevo scritto di lei sul numero di aprile di Vivere Country, ho insegnato a farla crescere tra le pietre di un muro su Casa in Fiore di luglio ed infine ve ne ho parlato sul portale web Premiaty del supermercato SIGMA. Se avete piacere vi invito a leggere qualcosa di più seguendo i link segnalati.
Erigeron karvinskianus inaugura una nuova rubrica dedicata alle piante facili (per giardinieri pigri o inesperti)
brevi note colturali
Erigeron karvinskianus
è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, alta 20-40 centimetri, presenta fusti prostrati e numerose ramificazioni erette che formano graziosi e compatti cuscini.
richiede pochissima manutenzione, un terreno ben drenato, una posizione assolata e temperature che non scendono per lungo tempo sotto i 0° C. In autunno con coraggio, tagliamo rasoterra la pianta per averla più bella e sana in primavera.
Si dissemina abbondantemente o si moltiplica facilmente prelevando dalla pianta madre una porzione dotata di radici.
E’sufficientemente resistente alla siccità e attira le farfalle nel nostro giardino. Nelle zone con clima più rigido, tagliate i fusti e coprite con abbondante pacciamatura di foglie, potrebbe non resistere ma se siete fortunati ed ha deciso che sta bene con voi, la ritroverete fedele l’anno seguente!
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I point it out to you so that, if you do not already know it, you may start to notice it between the cracks of a wall or on the edges of a staircase, and to start to love and desire it. It will be a generous and faithful companion even of the more lazy gardeners! I like to tell about Erigeron karvinskianus because it is one of the plants that I prefer, I had written about it in the April issue of Vivere Country, I taught to make it grow among the stones of a wall on Casa in Fiore of July and finally I talked about it on the web portal Premiaty of the supermarket SIGMA. If you wish I invite you to read something more on these links. Erigeron karvinskianus inaugurates a new column dedicated to easy plants (for lazy or inexperienced gardeners)
short cultivation notes
Erigeron karvinskianus
is a perennial herbaceous plant belonging to the family Asteraceae, high 20-40 centimeters, it has prostrate stems and numerous erected branches that form pretty and compact pillows. It requires very little maintenance, a well-drained soil, a sunny location and temperatures that do not drop for long time under 0 ° C. In the autumn, with courage, let’s cut low to the ground the plant for having it more beautiful and healthy in the spring. It disseminates abundantly or multiplies easily by taking a portion with roots from the mother plant.
It’s drought resistant and attracts butterflies in our garden. In areas with more rigid climates, cut the stems and cover with plenty of mulch of leaves, it could not resist but if you are lucky, and if it decided that it gets along with you, you’ll find it faithful the following year!
Violetta di Udine, nobile selezione
26 marzo 2013 § 21 commenti
Per diletto e per passione
intorno al 1850, il Conte Filippo Savorgnàn di Brazzà Sorreschian, compiva esperimenti sulle violette di Parma selezionando un ibrido che ebbe grande successo per particolarità di forma e di colore. La Violetta di Udine presenta infiorescenze profumatissime che appaiono come piccole rose blu/viola chiaro con gola variegata di bianco.
“Viola d’Udine”
“Nella seconda metà dell’800 Ascanio di Brazzà portò alcuni esemplari di “Viola di Parma” al figlio Filippo, che era un appassionato botanico con un piccolo vivaio da dilettante nei dintorni di Udine, in uno dei tanti possedimenti della famiglia. Chiaramente la specie trovò in questa regione clima e terreno favorevole, perché in pochi anni Filippo ebbe a disposizione una grande quantità di piante su cui fare una selezione. È opinione diffusa che il clima ed il terreno in qualche modo provocarono il cambiamento che portò alla Viola d’Udine.
E’ probabile che, come succede spesso quando si porta una pianta in un ambiente diverso dall’originale, un esemplare abbia subito mutazione repentina per motivi assolutamente naturali. Notando il colore, la dimensione e la forma del fiore egli la isolò ed iniziò a moltiplicarla separatamente eliminando gli esemplari che regredivano. Ottenne così quella che si chiamò “Viola d’Udine” e all’estero fu conosciuta come “Blue Neapolitan Conte di Brazzà”.
bibliografia: VIOLA ODORATA di Giovanni Geotti (Il Giardino Fiorito, ottobre 2006)
A Pasqua preparerò alcuni cestini di cartoncino per le uova vere e di cioccolata, da regalare o da usare per la tavola delle feste, adagiate su un letto di fieno punteggiato da fiorellini di stagione. Violetta di Udine nel mio cestino!
Per preparare il cestino potete scaricare qui la sagoma da stampare.
brevi note colturali
Viola ‘Doppia di Udine’
Famiglia: Violaceae
I fiori, che appaiono solitamente in primavera, si presentano come delle piccole rose blu chiaro variegate di bianco. Profumatissimi
esposizione: necessita una collocazione in leggera ombra, è una specie adatta ad essere principalmente coltivata in vaso quindi conservata in terrazzo o balcone in quanto in piena terra tende ad indebolirsi e a disperdersi.
moltiplicazione: quando la pianta diventa più grande, possiamo dividerne gli stoloni verso febbraio, prima della ripresa del ciclo vegetativo.
La mia Violetta di Udine è stata acquistata presso il vivaio specializzato Il Peccato Vegetale.
Stachys lanata ball
16 ottobre 2012 § 38 commenti
Stachys lanata o byzantina
è una pianta molto apprezzata per le foglie grigio argento morbide e lanose dall’effetto vellutato, chiamate dagli inglesi Lamb’s Ear. Si presta a essere utilizzata per alcune decorazioni floreali e prima del riposo autunnale ho colto dal mio bosco-giardino le belle foglie per creare una sfera ornamentale.
OCCORRENTE
Foglie fresche e bene asciutte di Stachys lanata.
Sfere di polistirolo o altro materiale.
Colla a caldo.
Servirsi della colla a caldo per far aderire le foglie alla sfera prescelta. In questo caso volevo utilizzare una sfera piuttosto grande, ho trovato ciò che faceva per me in un negozio di giocattoli dove ho acquistato una palla in gomma piuma per pochi euro.
Aspettare qualche istante per posizionare la foglia sulla colla appena stesa in quanto il calore potrebbe cuocerla.
Occorre infine accavallare bene le foglie affinchè con l’essicazione, non si creino antiestetici vuoti formati dal fisiologico ritiro del materiale vegetale.
La sfera in Stachys lanata da un mese e forse più, fa bella mostra di sè assieme ad altre sfere di varie dimensioni realizzate con differenti elementi naturali ( di questo vi racconterò le prossime volte…) in un angolo decor della casa di campagna.
Seccando ha perso il colore originale ma è pur sempre molto bella ed elegante. La sua durata è limitata nel tempo, il prossimo anno ne preparerò un’altra… questo è il bello di avere sempre pronte scorte di materiale vegetale utile non solo in giardino!
Stachys lanata – bordura con Centranthus ruber
Brevi note colturali:
Stachys lanata o Byzantina appartiene alla famiglia delle Labiatae, è una pianta erbacea perenne che a seconda delle zone climatiche si comporta da sempreverde. Origina un denso cuscino di fogliame argentato che in breve tempo colonizza ampie superfici e come tutte le piante con fogliame grigio ama le posizioni assolate. All’inizio dell’estate produce spighe fiorali rosa, erette che possono raggiungere i 40 cm, che è consigliabile recidere alla base dopo la fioritura per mantenere compatto il cespuglio. Si utilizza nelle bordure miste o in primo piano come tappezzante.
Questa è la mia ricetta… ma altri metodi si possono utilizzare come raccontano qui e qui alcune note flower designer.
declinazioni in viola
24 aprile 2012 § 18 commenti
Giardiniera golosa quale sono
non riesco più di tanto a rispettare i miei preventivi di acquisto del verde, la trasgressione è sempre in agguato e le tentazioni spesso e volentieri ricadono su piante con attraenti fioriture dalle tonalità violacee.
Sarà per questo che amo tutte le viole spontanee del mio bosco-giardino che nel tempo ho integrato con una piccola collezione di altre varietà. In questo momento sono fiorite le ultime violette canine colorate da una delicata sfumatura.
Ai piedi della bella Rosa Bourboniana Souvenir de la Malmaison ho da poco messo a dimora una piantina di Geranium x oxonianum ‘Claridge Druce’. Molto rifiorente, come tutti i geranium presto si propagherà formando un folto tappeto alto circa 45-50 centimetri, che impedirà il proliferare delle infestanti. I fiori rosa/lilla con venature più scure fioriscono da primavera fino a tarda estate. Ama terreni normali ma ben drenati e preferisce esposizione di mezz’ombra. Questa cultivar è stata introdotta in commercio intorno al 1900 in onore di G. Claridge Druce (1850-1932), botanico britannico, farmacista, collezionista di piante e sindaco di Oxford.
Aubretia (o Aubrezia) dovrebbe fare il suo buon lavoro di tappezzante e ricadente ai piedi della Rosa Cornelia ospitata in un mastello di legno. E’ una perenne che fiorisce abbondantemente da marzo a maggio con bei fiorellini a quattro petali tipici della famiglia delle Cruciferae, alla quale appartiene. L’altezza della pianta non supera i 15 centimetri e per mantenere un aspetto compatto è bene tagliarla, a fine fioritura, a un’altezza di 5 centimetri. In estate diventa quasi secca a causa del caldo, ma si riprende e in autunno.
È ottima per decorare muri a secco e giardini rocciosi e rapidamente forma bellissimi cuscini verdi. Non teme il freddo, ama il sole e gradisce irrigazioni regolari ma moderate.
la bella tappezzante dai fiori blu
17 aprile 2012 § 15 commenti
Tanti anni fa…
appena sfiorata dalla febbre del giardinaggio e dalla conoscenza del mondo vegetale, rimasi sorpresa dall’apprezzamento di un’ospite del mio bosco-giardino, incantata dallo spontaneo tappeto blu di Ajuga reptans. Solo allora appresi il nome della pianta la cui bellezza era per tanto tempo passata inosservata.
Ora non manca anno che a primavera, Ajuga conquisti la mia ammirazione. Questa bella labiata dalle alte spighe di fiori blu /violetto è un’eccellente tappezzante adatta anche per le zone d’ombra dove l’erba non cresce.
E’ una perenne assai rustica, che in breve tempo colonizza il giardino regalando intense fioriture da aprile a maggio.
Alla varietà endemica del mio bosco, ho da poco affiancato la bella A. reptans ‘Burgundy Glow’, dal fogliame variegato e sfumato nelle tonalità rosate.
Brevi note colturali:
Ajuga reptans
Pianta perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. In Italia è comune su tutto il territorio fino alla fascia montana.
Si diffonde rapidamente colonizzando ampi spazi di terreno tramite i robusti stoloni radicanti.
Molto facile da coltivare, tollera gelo, pieno sole, siccità e suoli poveri. Tuttavia durante la stagione estiva necessita saltuariamente di essere irrigata. La pianta richiede ogni 2-3 anni a inizio primavera o in autunno, il diradamento dei cespi per divisione degli stoloni per migliorare la circolazione dell’aria ed evitare le malattie fungine.
Con questo articolo partecipo all’iniziativa #followflowers di Delizie in Giardino inserendo tra i miei nuovi desideri botanici altre due varietà di Ajuga.
Ajuga reptans Chocolate Chip’ dalle più sottili foglie verde scuro spruzzate di cioccolato di crescita più compatta
e
Ajuga reptans ‘Catlins Giant’ che si differenzia per spighe blu, erette fino a 30 centimetri di altezza.