incontri naturali…

25 novembre 2010 § Lascia un commento


tanto interesse hanno suscitato i post sui metodi di agricoltura naturale. Pubblico una mail ricevuta da parte di Daniela ed Hartmuth  Azienda Agricola Bagnis, che ho subito inviato a  Philippe Lemoussu/AVEBRF .
Voglio condividere in rete anche il suo commento.


Ciao Simonetta,

vogliamo innanzitutto ringraziarti per l’interessante notizia di tecnica colturale (BRF).
Come hai potuto vedere da noi usiamo il biotrituratore già da sempre e abbiamo anche consigliato caldamente l’acquisto e l’utilizzo.
Anche con un piccolo biotrituratore che richiede una spesa di poche centinaia di Euro, si possono ottenere ottimi risultati non solo per produrre cippato di ramaglie, ma anche per triturare tutti gli scarti vegetali dell’orto e giardino.
Secondo la nostra esperienza è meglio miscelare al cippato di ramaglie anche il triturato degli scarti vegetali, in quanto quest’ultimo è meno legnoso e si decompone prima e rilascia azoto per la decomposizione del cippato.
Esattamente in terreni come i nostri il solo cippato  si decompone troppo lentamente in quanto terreni poveri non hanno azoto sufficiente per la decomposizione.
Nei nostri terreni il complesso humus non rimane stabile e si disfa di nuovo facilmente con il risultato che rimane sempre uno strato molto fine di humus. Questo problema deriva dal fatto che nei nostri terreni manca argilla per formare il complesso argilla-humus che rimane stabile.
Per terreni come i nostri poveri di argilla (molto sabbioso) si può intervenire in due modi:
– Spandere argilla (bentonite) su tutto il terreno e fresare.
Metodo ampiamente usato in agricoltura da noi sconsigliato per l’uso di macchinari di certe dimensioni che distruggono la struttura superficiale del terreno, e anche perchè c’è il rischio che in mancanza di sufficiente sostanza organica nel terreno l’argilla venga dilavata dalle prossime piogge.
-utilizzare una parte del triturato per formare cumuli e compostare insieme a stati di argilla e lasciare maturare finché si ottiene humus.
Distribuire poi sul terreno uno strato di questo composto maturo e piantare i vegetali direttamente in questo strato. In estate si usano frasche leggere per pacciamare, mentre in autunno, a questo punto si può usare il cippato. In questo modo l’argilla può stabilizzare l’humus che si formerà durante l’inverno.
Per noi tutte le tecniche colturali naturali (e non solo) sono fonte di arricchimento della conoscenza dei processi naturali e fonte di dialogo.
Secondo le nostre esperienze non esiste una tecnica valida per tutti e per tutti i terreni per questo è molto importante conoscere tutte le tecniche e creare sinergie nell’ottica dell’ambiente in cui viene applicato.
Quindi perché non organizziamo una serata a tema in zona?
Noi siamo molto interessati ed abbiamo un’esperienza che vogliamo divulgare. Visto che anche tu sei molto sensibile verso questi argomenti, sarebbe l’occasione buona per fare qualcosa insieme.

A presto

Hartmuth e Daniela

Ho letto attentamente la mail dei suoi amici.
Mi piace molto lo spirito tecnico/pragmatico. La loro esperienza, evidentemente di diversi anni, mi sembra interessante perché corrisponde in parte anche alla situazione dei miei terreni.
Tempo fa avevo la presunzione di essere tra i primi ad introdurre la tecnica del cippato di ramaglie fresche in Italia, poi ho scoperto che sono numerose le persone che la praticavano già.
A questo punto tutto diventa più dinamico e anche interessante
Sono certamente disponibile per un incontro “colturale”.
Come lo vedrebbe ?

Cordialmente

Philippe

Si prospetta un incontro molto stimolante. Cosa ne pensate, proviamo a farlo?


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la grelinette

9 novembre 2010 § 3 commenti

Potrebbe tranquillamente entrare tra gli oggetti misteriosi della rubrica di qualche settimanale enigmistico.
Qualcuno forse l’ha riconosciuta dal disegno del post precedente.
In Italia non è molto nota ma in Francia se ne fa largo uso in agricoltura biologica.
Alcuni la chiamano bio-forca ma la vera grelinette deriva dal nome di Monsieur André Grelin che per primo circa 40 anni fa ha ne depositato il brevetto, è un attrezzo agricolo che ha il grande vantaggio di areare e deframmentare il terreno senza sconvolgerne gli strati. Nell’ultimo strato del terreno vivono  batteri, funghi, creature viventi microscopiche e piccoli insetti che contribuiscono a creare la fertilità del nostro  suolo, sono aerobici e hanno bisogno di ossigeno e di umidità per decomporre la materia organica e trasformarla in prezioso humus. Indispensabile per chi osserva metodi di coltivazione biologici quali BRF. Con la grelinette preserviamo l’ecosistema e la nostra schiena, ridiamo morbidezza al terreno con semplici gesti senza rompere gli aridi strati inferiori, e’ adatta anche alle donne in quanto non ha bisogno di grande forza fisica. Si penetra il terreno con i denti dell’attrezzo facendo su di esso una lieve pressione con il piede, si muove poi in avanti ed indietro in modo da allentare le zolle e renderle morbide.

La grelinette è utilizzata su qualsiasi terreno, si sceglie il numero dei denti in base al tipo di suolo:
5 denti terreni morbidi o sabbiosi
3 denti per quelli duri, argilla compatta.
In grado di adattarsi a tutto la 4 denti!

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credits  http://grelinette.ifrance.com/



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