Ravioli delicati di Borago officinalis

11 aprile 2014 § 17 commenti

Una delle più classiche erbe di campo la borragine,
raccolta allo stato selvatico, proveniente dall’orto piuttosto che acquistata dal verduriere di fiducia, è la base per la rivisitazione di un classico della tradizione culinaria ligure. La mia passione per il mondo del verde e delle piante deriva da quella per la cucina, in Liguria i piatti della tradizione sono poveri, a base di verdure, di erbe che le donne raccoglievano un tempo nei campi. L’interesse che nutro verso i vegetali è stato dapprima di tipo utilitaristico, sentivo la necessità di avere materia prima fresca. I primi ad arrivare nel bosco-giardino sono stati gli aromi, l’orto è seguito a breve ed ha aperto la strada alla curiosità di sapere ed imparare. I fiori e tutte le altre ornamentali sono arrivati dopo.

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One of the most classic camp herbs is the borage, collected from a wild field, gathered in the vegetable garden or purchased by the greengrocer of trust, it is the basis for the reinterpretation of a classical of the culinary tradition of Liguria. My passion for the world of green plants derived from that for cooking, in Liguria the meals of the tradition are poor, based on vegetables and herbs that women used to harvest in the fields. The interest that I have for plants was first al all utilitarian, I felt the need to have fresh product. The first to arrive in the forest-garden were the aromas, the vegetable garden soon followed and opened the way for the curiosity to know and learn. The flowers and all other ornamental plants arrived later.

Ravioli delicati di Borago officinalis e patate

 Ingredienti per il ripieno:

200 ricotta gr, 200 gr. di foglie giovani di borragine, 1 patata media, 2 uova (uno intero ed un tuorlo), 1 piccolo scalogno, parmigiano grattugiato, 1 porro, sale qb.

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Borago officinalis and potatoes delicate Ravioli

Ingredients for the filling:
200 gr ricotta cheese, 200 gr young leaves of borage, 1 medium potato , 2 eggs (one whole and one yolk), 1 small shallot, grated parmesan cheese, 1 leek, salt to taste.

ravioli borraggine

Ingredienti per la pasta:

2 uova (uno intero ed un tuorlo) e 200 gr. farina

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Ingredients for the dough:

2 eggs (one whole and one yolk ) and 200 gr flour

ravioli erbe

Lessare la patata. In una padella antiaderente far scaldare su un filo d’olio un piccolo scalogno tagliato a rondelle fini, la patata ridotta a dadini e le foglie di borragine precedentemente lavate. Cuocere per qualche minuto per ammorbidire le foglie di verdura. Sminuzzare il preparato ottenuto con la mezzaluna e in una ciotola unire ricotta, uova, parmigiano e sale. Preparare una sfoglia con uova e farina, tirarla sottile e disporvi a mucchietti un po’ di composto. Con una rondella formare dei ravioli piuttosto grandi.

Cuocere i ravioli in abbondante acqua e condirli con burro fuso al quale si aggiunge all’ultimo qualche rondella tagliata finissima di porro.

consigliati tre ravioli a persona.

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Boil the potato. In a non-stick pan heat on a little extra-olive oil a small shallot, thinly sliced, the boiled and diced potato and the borage leaves previously washed. Cook for a few minutes to soften the leaves of vegetables. Chop the preparation obtained with the crescent and in a bowl combine ricotta, eggs, Parmesan cheese and salt. Prepare a dough with flour and eggs, pulled thin and lay on it small heaps of compound. With a washer cut rather large ravioli.

Cook the ravioli in abundant water and toss them with melted butter to which you’ll add only at last a few washers of finely chopped leek.

three ravioli per person will do.

Brevi note colturali

Borago officinalis – Borragine o Borrana

Pianta erbacea annuale/biennale con radice fibrosa, forma un cespuglio che raggiunge i 60 cm di altezza. Il fusto cavo porta foglie alterne, ovali picciolate e ricoperte da peluria.Da maggio e settembre si ricopre di numerosi fiori  a forma di stella a cinque petali di colore azzurro intenso, più raramente sono rosa o bianco. La borragine per la sua semplicità doi coltivazione ed adattabilità è presente in tanti orti, ama un terreno ricco, sciolto e privo di ristagni d’acqua. La posizione ideale è in pieno sole. Si propaga facilmente dai semi, messi a dimora direttamente in piena terra in primavera e distaziati di circa 40 centimetri.

Difficilmente fornita in vaso, Borago officinalis è venduta in semenza.

Ulteriori info sul mio articolo per Casa di Vita DESPAR

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Annual / biennial Herbaceous with fibrous root, it forms a bush that reaches 60 cm in height. The hollow trunk carries  alternate, petiolate, oval and hairy leaves. From May and September is covers itself with numerous star-shaped flowers with five petals of deep blue color, more rarely pink or white. Borage for its simplicity and adaptability of cultivation, is present in many gardens, it likes a rich, loose and free of stagnant water soil. The ideal location is in full sun. It easily propagates from seeds planted directly in the ground in spring and spaced of about 40 centimeters.

Unlikely available in pots, Borago officinalis is sold in seeds.

More info on my article for Casa di Vita DESPAR

 

erbe da prebuggiun

8 aprile 2014 § 6 commenti

“L’amore per la natura deve essere universale,
non solamente per l’uomo; ogni animale ha diritto alla sua vita libera, ogni pianta è amica, non basta semplicemente abbeverarci alla sua bellezza. 
Un meraviglioso dono che deve essere custodito e curato con amore”.(1)

(1)libera trascrizionedi un pensiero di Libereso Guglielmi

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” The love of nature has to be universal ,
not only for humans; every animal has a right to its own free life, every plant is a friend. We cannot only enjoy its beauty. A wonderful gift that should be treasured and cared for with love. ” (1)

(1) free transcription from a thought of Libereso Guglielmi

prebuggiun

Era uso comune le sere di primavera fare un pasto a base di prebuggiun. L’orto era un lusso che si poteva permettere solo chi aveva un pozzo che portava acqua nel proprio terreno e le verdure se non raccolte direttamente nei campi venivano acquistate dagli ortolani. Le donne e le bambine si recavano allora nei prati e nelle rive de “il cian” in località Costa o nei luoghi più umidi dove sapevano di poter trovare il cresciun, verso i piani di Celle, “sotto-caniggiu” vicino al ruscello. Riempivano i loro grembiuli, ben attente ad arrivare sul posto prima della vicina di casa per raccogliere le erbette più buone. Giuseppina, Caterina, Rosetta, rammentano l’abbondanza delle erbe selvatiche commestibili, il decespugliatore non era ancora arrivato, l’erba si tagliava sovente e con la falce a mano per tenere i campi sempre puliti e produttivi. Le buone erbe avevano il tempo di crescere ed ingrossare le radici grazie anche alle piogge che cadevano un tempo più copiose. Nel ricordo e salvaguardia di questa antica tradizione il Comune di Celle Ligure certifica il PREBUGGIUN cellasco distinguendolo dalle altre realtà territoriali. Il suo nome è identificato dalla trascrizione della fedele pronuncia dialettale e 7 sono le erbe spontanee che lo compongono.

Per le peculiarità territoriali, climatiche e di composizione del terreno in generale più ricco di azoto, nelle campagne delle prime alture cellesi si trovano più comunemente le seguenti piante commestibili:

Tra le erbe maggiormente diffuse troviamo il gattalerve (Reichardia picroides) e il couetto (Silene vulgaris). Entrambe molto apprezzate in quanto stemperano il gusto più forte delle altre erbe e la loro presenza aumenta in proporzione, la bontà della preparazione culinaria.

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It was common practice in spring to do evening meals based on ‘prebuggiun’. The vegetable garden was a luxury that only those owning a shaft carrying water to their soil could afford and vegetables, if not collected directly in camps, were purchased by gardeners. Once women and girls were going to the fields and along the banks of the ” cian” in a village called Costa or in damp places where they knew they could find the ‘cresciun’, towards Piani of Celle, “sotto-caniggiu” by the stream. They used to fill their aprons, very eager to arrive on the scene before their neighbors in order to collect the best herbs. Giuseppina, Caterina and Rosetta recall the abundance of edible wild herbs, the brush cutter didn’t exit yet, the grass was cut often and by hand with a scythe to keep the camps clean and always productive. The good herbs had time to grow and swell their roots also thanks to the rains that used to fall more abundant. In memory and safeguard of this ancient tradition the municipality of Celle Ligure certifies the ‘prebuggiun’ of Celle distinguishing it from that from other territories. Its name is identified by the faithful transcription of its dialect pronunciation and 7 are the wild herbs that compose it.

For territorial, climatic and soil composition specifics in general richer in nitrogen, in the countryside of the foothills of Celle are most commonly found the following edible plants:

Among the most widely used herbs we find the ‘gattalerve’ (Reichardia picroides) and the ‘couetto’ (Silene vulgaris). Both mostly appreciated for their diluting the stronger taste of other herbs and because their presence increases in proportion the goodness of the culinary preparation.

tavola botanica prebuggiun copia

boraxe – Borago officinalis

marva – Malva sylvestris

armuassa – Raphanus raphanistrum

gattalerve – Reichardia picroides 

pimpinella – Sanguisorba minor 

couettu – Silene vulgaris 

crescion – Sonchus oleraceus

Il mazzetto prende il nome, specialmente nelle terre circostanti il genovesato, di preboggiòn, (in dialetto leggesi prebuggiun). Per alcuni il preboggiòn si identifica con una pietanza in particolare, una minestra o il misto cotto di verdure. Il nome ha diverse interpretazioni etimologiche alcuni ne fanno derivare il significato dalla storpiatura del termine pe-bouggî, per-bollire, una credenza popolare racconta invece che in epoca di crociate, alcuni valorosi si occuparono di reperire erbe spontanee per curare il condottiero Goffredo di Buglione Da qui pe- buggiun. Raccolto principalmente dalle donne di casa, da inizio ‘800 ha fatto la comparsa sui mercati cittadini portato dalle besagni-e, venditrici di ortaggi provenienti dalle più fertili terre del Bisagno. In dialetto ligure il negozio di frutta e verdura è chiamato besagnino e ancor oggi su qualche banco dell’antico mercato Orientale situato nel cuore del capoluogo ligure, si possono trovare i caratteristici mazzetti misti di erbe di campo costituiti secondo la disponibilità del luogo di raccolta e la stagione.

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The bunch takes, especially in the lands surrounding Genoa, the name of ‘preboggiòn’ (prebuggiun as read in the local dialect). For some people the ‘preboggiòn’ is identified with a particular dish, a soup or a mix of cooked vegetables. The name has various etymological interpretations, some people make derive its meaning from the mispronunciation of the word ‘pe-bouggî’  to-boil, one popular belief says instead that in the era of the Crusades, some valiant occupied in finding herbs to cure their leader Goffredo di Buglione, from this ‘pe-buggiun’ (for Buglione). Collected mainly by the women of the house, from the beginning of ‘800 it made ​its appearance on the city markets carried by the ‘besagni-e’ citiz, women selling vegetables from the most fertile lands of the Bisagno. In the Ligurian dialect the shop of fruits and vegetables is still called ‘besagnino’ and even today on some stands of the ancient  market Orientale, located in the heart of Genoa, it’s still possible to find the characteristic bunches of mixed field herbs made ​​according to the availability of the place of collection and the season.

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Libretto prebuggiun scaricabile qui

Questo fine settimana si è svolto nel Comune di Celle Ligure il corso sul riconoscimento delle erbe di campo organizzato dall’ufficio agricoltura. Accompagnati da Simonetta Chiarugi, quasi cento partecipanti hanno avuto modo di riappropriarsi del sapere della tradizione e al termine del percorso è stata offerta la possibilità di degustare con prelibatezze culinarie il prezioso raccolto.

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Last weekend in the town of Celle Ligure took place a workshop on the recognition of the wild herbs organized by the agriculture office. Accompanied by Simonetta Chiarugi, almost one hundred participants were able to regain possession of the knowledge of the tradition and at the end of the workshop had the chance to sample with culinary delights the precious crop.

andar per erbette

23 aprile 2013 § 17 commenti

le piogge abbondanti di questi ultimi giorni… mesi
hanno creato le condizioni ottimali anche per la crescita delle buone e sane erbe di campo.
E’ questo il momento giusto per andare a raccoglierle

 

mazzolino prebuggiun

“Le buone erbette nascono in primavera, dopo le abbondanti piogge, quando i caldi raggi solari fanno germinare le semenze rimaste tutto l’inverno sul terreno e le specie perenni ricacciano i nuovi germogli. Si sviluppano le prime rosette fogliari ricche di proprietà nutritive e terapeutiche e dalla consistenza più tenera. Si cercano anche all’inizio dell’autunno, dopo la pausa estiva, quando le temperature si abbassano e ancora una volta si offrono le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo delle piantine…”4 erbefrittata prebuggiun

“…Crescono negli incolti, nei terreni ricchi di sostanze nutritive, nei prati concimati, ai margini delle strade o dei sentieri, e sfruttano ogni più piccola fessura tra le rocce,negli orti o nei campi. Il luogo idoneo dove coglierle dovrà essere il più lontano possibile da zone con inquinamento industriale, da strade di grande traffico o da campi irrorati con pesticidi ed erbicidi. Più facile forse trovare le erbette da prebuggiun nella cosiddetta riva, la scarpata erbosa tra due piani agricoli, mantenuta pulita attraverso frequenti sfalci eseguiti normalmente a mano. La raccolta delle erbe va fatta preferibilmente di mattina, quando la rugiada se n’è andata e il sole ancora non brucia. Essa inoltre deve garantire il rispetto e la salvaguardia della specie, evitando di estirpare la radice e cercando invece di prendere, torcendo con le mani, le foglie da più piantine della stessa varietà per non affaticare il vegetale nella produzione di nuovi germogli. Lo stadio vegetativo iniziale è spesso più difficile da individuare ma è quello utilizzato nelle preparazioni culinarie. Utilizzare dunque solo quelle che si conoscono molto bene: si comincia magari con due o tre varietà, tenendone in osservazione qualche altra. Con il tempo e la costanza si potrà poi comporre l’intero prebuggiun.”

da Sette Buone Erbe Cellasche, il Prebuggiun della Tradizione – di Simonetta Chiarugi, disegni Libereso Guglielmi – ed. Comune di Celle Ligure

andiamo assieme a raccoglierle per fare anche una semplice e gustosissima frittata? vi regalo il libretto che ho scritto per il Comune di Celle Ligure, potete scaricarlo in versione completa, lo trovate qui.

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Aglio orsino

19 aprile 2013 § 18 commenti

L’aglio orsino
Allium ursinum è una piantina officinale commestibile dalle molteplici proprietà appartenente alla famiglia delle Liliaceae, il suo epiteto specifico, ursinum, ricorda il consumo che ne facevano gli orsi dopo il lungo letargo invernale, quando popolavano numerosi i boschi.

Aglio orsino

E’ una bulbosa molto apprezzata per il suo sapore dolce che ricorda quello del porro, è molto diffusa anche nei nostri boschi di latifoglie dove colonizza le zone più umide fino ai 1000 mt. Mio malgrado non sono mai riuscita a trovarlo nei pressi del mio bosco e incuriosita dal suo sapore e allettata dalle tante invitanti ricette lette su libri e riviste, sono andata alla sua ricerca.

aglio ursino

Un vasetto mi è stato regalato a Trieste, quando lo scorso fine settimana ho partecipato in qualità di capo delegazione di Savona al convegno nazionale FAI  ed ho approfittato per fare visita alla bellissima manifestazione di giardinaggio Horti Tergestini. Un gentile pensiero di Paolo Gramaglia, vivaista e grande esperto conoscitore, assieme a suo fratello Marco, delle piante officinali.

la settima erba

21 settembre 2012 § 22 commenti

raccolta fresca in mattinata
posso ora aggiungerla al mio mazzetto di prebuggiun

prebuggiun= mazzolino di erbe di campo commestibili

Sette sono le erbe che compongono il prebuggiun cellasco, sette sono tra quelle che più comunemente si trovano nei campi, nei prati e nelle rive delle nostre alture.

All’appello:

Borago officinalis
Malva sylvestris
Raphanus raphanistrum
Reichardia picroides
Sanguisorba minor
Silene vulgaris
Sonchus oleraceus

Particolari condizioni climatiche con escursioni termiche agevolate dal vento fresco di tramontana, un giusto grado di umidità e un terreno prevalentemente azotato, residuo delle coltivazioni agricole succedutesi nel passato, favoriscono la nascita e lo sviluppo di alcune erbe commestibili la cui miscellanea costituisce un perfetto equilibrio di sapori.

Dopo le prime piogge di settembre qualcosa per i campi sta crescendo, presto saranno disponibili i nuovi teneri germogli delle erbe da prebuggiun. Se un tempo erano necessità alimentare ora sono curiosità gastronomica che si traduce in ricette legate alla tradizione o rielaborate in chiave moderna.

Una filiera si sta costituendo per salvaguardare l’antica memoria contadina e si è appena conclusa la stesura del libro “Sette Buone Erbe Cellasche, il prebuggiun della tradizione…” che ne racconta storia, curiosità, valenze erboristiche e culinarie. Ho avuto il piacere e l’onore di lavorare alla stesura dei testi e alla realizzazione delle immagini fotografiche per questa pubblicazione in edizione limitata  che l’Amministrazione di Celle Ligure devolverà a tutela del suo territorio e come auspicio di nuova valenza commerciale.

Presentazione ufficiale sabato 29 settembre ore 10,30 presso SPAZIO INCONTRI all’interno della mostra ortoflorovivaistica, Fiori Frutta Qualità, che si svolgerà i prossimi 29-30 settembre a Celle Ligure (SV). Il libro sarà donato a tutti i presenti!

Ospite illustre Libereso Guglielmi che con i suoi disegni ha impreziosito il testo.

La flower designer  Betti Calani inoltre delizierà il pubblico con una dimostrazione di un’ originale decorazione con le erbe da prebuggiun.

Ricordo infine che nella stessa giornata, qualche regione più in la… Gianlidia Tonoli, vi insegna come utilizzare le piante spontanee dei campi e dei boschi in un Workshop dedicato alla natura e allo stile ShabbyChic.

Ortica in cucina e in giardino

17 luglio 2012 § 20 commenti

Per il gusto delicato e le virtù depurative,
la pianta di ortica è da sempre usata in cucina. Ottima alleata nell”orto e nel giardino per il suo potere ammendante, nel passato veniva inoltre utilizzata come mangime per galline, conigli e mucche. Preziosa e desiderata presenza dunque, ma pare non sia così facile incontrala, tanto temuta nelle passeggiate da bambini stai a vedere che ora ci diventa una pianta da proteggere!!!

I sui getti giovani e freschi sono raccolti in primavera quando anche i principi attivi medicamentosi sono al loro apice. L’ortica è ricca di ferro, vitamina C, provitamina A, acido folico, potassio, silicio e il livello proteico è quasi equivalente a quello della carne.  Lessata come gli spinaci, si aggiunge alla minestra, si cuoce con il riso e si impasta con le patate per farne gnocchi o con uova e farina per una gustosa sfoglia.

E’ ottima usata anche per la frittata per una ricetta in versione taglia small per accontentare occhio e palato. Nel mio bosco-giardino ho riservato un posticino tutto per lei, per essere sicura di ritrovarla puntuale ogni primavera. Assicuratevi di avere i guanti in lattice prima di raccogliere le foglie sulla punta della pianta, i teneri germogli che una volta sbollentati, perdono il loro potere urticante.

ORTICA IN CUCINA

Hamburger di ortica

Ingredienti x 6 hamburgers:

  • 2 uova
  • una cipolla bianca,
  • 150 gr. di foglioline giovani o cimette d’ortica,
  • parmigiano reggiano,
  • olio evo,
  • sale e pepe qb.

In una padella rosolate la cipolla affettata finemente e aggiungete le cime fresche e lavate di ortica, cuocere con coperchio per circa 5 minuti. Passate il composto al tritatutto, aggiungere abbondante parmigiano reggiano e regolare di sale e pepe.
In una padella antiaderente adagiare un coppapasta del diametro di circa 8 / 10 centimetri. Versarvi un po’ di composto ed attendere che si rapprenda. Rimuovere il coppapasta e girare la frittatina affinchè cuocia da entrambe i lati.

ORTICA IN GIARDINO

Alleata per l’orto e per il giardino usata per il suo potere ammendante. Nel passato l’ortica veniva usata come mangime per galline, conigli e mucche

Si prepara un estratto urticante contro afidi e acari, utilizzando la pianta intera e fresca nella proporzione di 1Kg  per 10 litri d’acqua. Si tagliuzza l’ortica e si mette con dell’acqua possibilmente piovana, dentro a un contenitore aperto possibilmente di plastica o vetro, il preparato è pronto dopo circa 3 giorni quando diventa color bruno e termina di produrre schiuma. Filtrare ed usare  nella proporzione 1/20.

Si prepara un ottimo ricostituente per le piante lasciando macerare 1Kg  di pianta fresca o 200 gr se secca in 10 litri di acqua per circa 2 settimane. La preparazione andrà per la prima settimana mescolata di sovente, lasciata al sole fermenterà e quando pronta, occorrerà filtrarla e diluirla in un rapporto di 1:10. Tale macerato ha effetto curativo e riequilibrante e favorisce e rafforza la crescita stimolando la formazione di clorofilla. Si versa sul terreno, sopra le radici, oppure, molto diluito si spruzza direttamente sulle foglie.


Brevi note colturali:

Urtica dioica
Famiglia delle Urticacee
Habitat: L’ortica è un’erbacea tipica dei luoghi, siti nelle zone temperate. Presente nei terreni molto ricchi di materiale organico, sui bordi della strada, fossi, ai margini del bosco, giardini domestici.  Predilige un substrato ricco di sostanze azotate, vegetando particolarmente bene in prossimità di casolari, ai piedi dei muri e nei pressi delle concimaie.

Descrizione: La pianta può crescere fino a 2 metri di altezza. Ha foglie verde scuro e dentate.  Sia il fusto che le foglie delle ortiche sono ricoperte da una peluria che provoca, per contatto, arrossamento e bruciore cutaneo. Il fogliame è la parte che viene usata e apprezzata anche per le virtù officinali.

riconoscere le buone erbe di campo

8 Maggio 2012 § 30 commenti

Come si chiama da voi il coettu ?
Da noi si chiama coettu…  corrisponde a Silene vulgaris.

In Liguria il mazzetto di erbe spontanee commestibili prende il nome di preboggion. Sono diverse le erbe che lo compongono a seconda della stagione e del luogo di raccolta.

Il preboggion è da sempre usato nella cucina tradizionale ligure per torte salate, ripieni, minestre e frittate, nel passato veniva raccolto dalle besagnin-e, venditrici di erbette provenienti dalle terre del Bisagno, il fiume che bagna Genova. In dialetto ligure il negozio di frutta e verdura è chiamato Besagnin.

Sonchus oleraceus – Centranthus ruber

A Genova al Mercato Orientale (tradizionale mercato civico della città) ancora oggi, in alcuni banchi si trovano mazzetti preparati con almeno 7 tipi differenti di erbette da preboggion.

Sanguisorba minor

Molteplici sono le versioni dell’origine storica del nome, tra le più accreditate si riscontra la derivazione da Pe-boggi che in dialetto significa per-bollire o si tramanda il racconto che in epoca di crociate, alcuni valorosi si occuparono della raccolta di erbe spontanee per curare il condottiero Goffredo di Buglione, da qui pe- buggiun.

 Reichardia picroides – Malva sylvestris

Raccogliamo le erbe in primavera, quando spuntano le prime rosette fogliari, la pianta sarà più ricca in proprietà nutritive e terapeutiche e la  sua consistenza più tenera.

Silene vulgaris (coettu)

La raccolta deve essere effettuata nel rispetto e nella salvaguardia della specie evitando di estirpare la radice e cercando invece di prendere, torcendo con le mani, le foglie da più piantine della stessa varietà per non affaticare il vegetale nella produzione di nuovi germogli.
Il luogo di raccolta dovrà essere il più lontano possibile da zone con inquinamento industriale,  da strade di grande traffico, e lontano da campi irrorati da pesticidi ed erbicidi. Facile trovare le erbette nella cosiddetta RIVA, scarpata erbosa tra due piani agricoli, mantenuta pulita dai frequenti sfalci eseguiti normalmente a mano.

Foeniculum vulgare – Raphanus raphanistrum

Le erbette  selvatiche commestibili sono numerose, quasi sempre a portata di mano, sono economiche e di facile reperibilità.

foto Lorenza Figari

Nel preboggion raccolto durante il corso, appena concluso, di riconoscimento delle specie endemiche del mio territorio ho raccolto e fatto conoscere:

Centranthus ruber, Foeniculum vulgare, Malva sylvestris, Taraxacum officinale, Sanguisorba minor, Raphanus raphanistrum, Reichardia picroides, Silene vulgaris, Sonchus oleraceus.

Se vuoi scoprire i tanti benefici delle piante commestibili e alcune ricette per utilizzarle, scarica il PDF.

Dal  2006  organizzo nella mia regione corsi legati all’agricoltura e al territorio, il corso di riconoscimento delle erbe di campo è seguito da sempre con molto interesse, ancor più in questo ultimo periodo di restrizione economica. Sarà un caso?

CORSO DI AQUARELLO BOTANICO

Segnalo, per chi nteressato, il prossimo corso di acquarello botanico che terrò il 26-27 maggio 2012 presso il bellissimo vivaio di rose antiche di Maurizio Feletig ad Arignano (TO). Immersi nella bellezza e nei profumi delle fioriture ritrarremo uno dei fiori più amati, la rosa,  con l’affascinante tecnica dell’acquarello. Scarica qui la locandina dei corsi.

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